Le vostre facce

Ho visto le vostre facce quando sono sparito, un misto tra commiserazione e gioia, incredulità e felicità, quel mezzo sorriso abbozzato che vi rendeva ancora più perfidi.
Sono sparito nel nulla e il nulla mi ha inghiottito insieme alla vostra falsa amicizia, che di favori ne avete chiesti, oh quanti.

E se le vostre facce fossero paragonabili a qualcosa, direi che somigliano più al vostro vero essere, senza la maschera della convenienza, ciò che almeno vi rendeva apparentemente umani.

Nessuna considerazione, non una parola, un messaggio, una telefonata, semplicemente, per voi, le persone muoiono se escono dal gregge, ed è ciò che più mi rende felice, sapere che il mio giudizio non era fallace.

Non vi auguro nulla, non lo meritate, ma se proprio volete, il mio desiderio più grande è che Dio possa realizzare tutti i vostri sogni, che quando saremo di fronte a Lui, dovremo dismettere quel ghigno di soddisfazione per un fratello che si è perso.

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Archiviato in Autobiografia di me scritta da me medesimo

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